The last session: Corso marketing 2015

Cari Amici

Parlarvi il 26 novembre, due settimane dopo i tragici eventi al Bataclan di Parigi, del Mali e delle inquietudini di Bruxelles non è facile e forse inopportuno.

Anche le autorità di governo forse sono in difficoltà nel comprendere bene cosa stia succedendo e cosa sia necessario fare. Da Economisti si intuisce che forse il patto di sicurezza e più importante del patto di stabilità. Qualcuno, al riguardo ricorda che già Adamo Smith, nella Ricchezza delle nazioni, in tempi remoti, scrivesse che “la difesa è più importante dell’opulenza”.

La via più semplice sarebbe quindi di formulare frettolosamente i migliori auguri per le prossime festività Natalizie.

Desidero invece correre un azzardo ed esprimervi un pensiero per formularvi un augurio più personale ed intimo.

L’augurio è di non perdere la gioia. Quella gioia che spesso leggiamo nei vostri occhi e che illumina i vostri volti. Quella gioia che abbiamo riconosciuto nel viso gioioso di Valeria Solesin, alla quale una mano crudele e acefala ha terminato, a Parigi, la sua giovane e felice vita.

Gioia, dice il dizionario, è il sentimento di piena e viva soddisfazione dell’animo. E’ quindi anche allegria, letizia e felicità.

Quante volte abbiamo esclamato: “sono pazzo di gioia”, “sono fuori di me per la gioia”, quante volte abbiamo raccontato “voglio urlare di gioia”, quante volte abbiamo detto “ho voglia di saltare per la gioia”.

La gioia è indotta da tante cose. Spesso sono le piccole cose che possono generare gioia, quasi a ciclo continuo.

Non so se avete mai attraverso o avete corso in un parco, come quello vicino alla Bocconi, il Parco Ravizza. Gli alberi, in questi giorni, si presentano per colori e forma uno diverso dagli altri. E’ veramente bello e gioioso osservarli. Fra poco perderanno tutte le foglie ma ci offriranno un’altra occasione per osservarli con gioia. I loro tronchi e i loro rami si trasformeranno in sculture straordinarie, come fossero realizzate non dalla Natura ma da uno straordinario artista. Fra qualche mese, però, per magia, si copriranno nuovamente di foglie, poi di fiori, alcuni anche di frutti. Quando si è più giovani ci piace scalarli per osservare il mondo dall’alto. Da più adulti ci piace appoggiarci. Molte amicizie nascono attorno agli alberi, quanti amori nella loro ombra discreta e complice, quanti cuori incisi sulla loro corteccia. Gli alberi ci insegnano a perdere qualcosa, come loro perdono le foglie e ad accettare l’autunno o l’inverno quando tutto sembra più difficile.

I nostri occhi, se sanno essere sensibili, li osserveranno anche distrattamente ma sempre con sorpresa e ancora con tanta gioia.

L’albero, con i suoi cicli, ci ricorda la vita che si rinnova, che rinasce. Ci ricorda la gioia della vita.

Su questo Pianeta, in ogni istante, si rinnova la magia e la gioia della vita. E’ veramente magica la nostra Terra. Da molti è chiamata amorosamente Gaia.

Gaia è una bella parola. Deriva dal greco, “geos” che significa Terra ma anche dal latino, “gaius” che significa: allegra, contenta. Gaia, il nostro Pianeta, è il terzo in ordine di distanza dal Sole. Solo sulla Terra Gaia è presente però la vita. Almeno in questo sistema solare. Sul nostro satellite, la Luna, non c’è vita, neppure su Marte ci sono i marziani. In tutti i pianeti osservati ed esplorati non c’è vita.

C’è solo il silenzio dei loro deserti. Il silenzio, a volte, produce un rumore lacerante perché ricorda il silenzio della morte.

Sul nostro Pianeta Gaia c’è invece tantissimo rumore. Il rumore dell’acqua che scorre o che piove dal cielo, del vento, quello delle fronde degli alberi, degli animali e quello ancor più assordante prodotto dall’umanità che lo abita.

La nostra gioia è fatta da tante cose, di tante piccole cose:

  • Andare ad un concerto o ascoltare semplicemente la musica
  • Partecipare con tanti amici ad evento sportivo o culturale
  • Sbocconcellare un panino, seduti pigramente ad un tavolino
  • Leggere un libro, qualsiasi libro, scritto da chiunque e poter dire mi piace o non mi piace
  • Ascoltare o dichiarare un’idea, per negarla o difenderla, senza vergogna o timidezza
  • Saper che chi si incontra per strada, prova anche lei/lui un po’ di gioia
  • Scambiare un gesto di affetto con la nostra amata o il nostro amato
  • E’ gioia la convinzione e la condivisione che al di là del colore della pelle, di essere uomo o donna, della stessa o di altra confessione religiosa, siamo tutti eguali. Eguali quindi con gli stessi diritti ma anche con gli stessi doveri nei confronti degli altri, delle leggi e dei valori fondanti del Paese che ci ospita o che ci siamo dati per scelta democratica.

Un saggio proverbio cinese dice: “il pesce è sempre l’ultimo a scoprire che esiste l’acqua”.

La scopre quando gliela tolgono.

Non facciamo togliere da nessuno la nostra gioia.

Dobbiamo essere pronti a difenderla. Dobbiamo essere disposti, con generosità, a donarla a chi presume di non averla e ne ha invece bisogno.

Ora, datemi un sorriso gioioso.

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